Grani antichi: i contadini siciliani contro le multinazionali

Grani antichi: i contadini siciliani contro le multinazionali

Grani antichi: i contadini siciliani contro le multinazionali

Un ritorno al passato come sottintende l’uso dei grani antichi, un messaggio che arriva dalla Sicilia, dai tanti contadini che hanno deciso di non usare più le sementi e grani vari delle multinazionali che detengono il monopolio e vorrebbero il controllo su tutta la filiera alimentare.

Un buon segnale di riscatto e ribellione, per preservare la biodiversità ma anche le origini del territorio, i grani antichi sono un mezzo per andare oltre l’agricoltura standardizzata e per certi versi meccanica imposta dalle grandi aziende che controllano il mercato.

Per fermare la prepotenza delle grandi compagnie

Gran parte dei problemi che affligge l’agricoltura nazionale, sono dovuti alle politiche dettate da Brussels ai vari stati membri dell’Unione Europea, e queste hanno favorito l’import penalizzando i prodotti nazionali, com’è successo per le arance, l’olio e molti altri prodotti.

Il segnale che arriva dalla Sicilia è forte e importante, mostra la volontà degli agricoltori, per certi versi molto coraggiosi, di sfidare i colossi che controllano ormai quasi tutto il mercato globale, si tratta di un inizio che potrebbe portare a un cambiamento progressivo delle politiche agricole in molte Regioni, con vantaggi sia economici legati al territorio ma anche salutari con una migliore qualità dei prodotti.

I grani antichi per riscattare l’agricoltura siciliana

Secondo le stime ufficiali i terreni coltivati con grani antichi sarebbero circa 500 ettari, mentre alcuni sostengono che siano molti di più, forse oltre 3000. Fatto è che sono tanti e che per avviare un processo come questo sono state fatte delle scelte e valutazioni anche economiche, i grani antichi hanno sicuramente un valore più alto e quindi potrebbero essere almeno nella fase iniziale un po’ penalizzati.

Tuttavia l’ondata di salutismo che sta invadendo non solo l’Italia ma tutta Europa e il resto del mondo, riusciranno senz’altro a sostenere questa nuova offerta, credo anche che aumentando l’offerta questa trascinerà anche la domanda.

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