Il diritto all’esistenza degli animali

Il diritto all'esistenza degli animali

Il diritto all’esistenza degli animali

In questo capitolo metterò in risalto il Diritto all’esistenza degli Animali. Non solo perché, in qualità di vegano e attivista per i loro diritti, ma perché da quello che si evince dal mondo animale può essere un rapporto e indicatore per quello che poi accade anche nella società cosiddetta “umana”.

Il concetto della lotta per l’esistenza come fattore dell’evoluzione, introdotto nella scienza da Darwin e da Wallace, divenne ben presto la base stessa delle nostre speculazioni filosofiche, biologiche e sociologiche. Un’immensa varietà di fatti: adattamenti, di funzione e di struttura, degli esseri organizzati al loro ambiente hanno determinato un’evoluzione fisiologica ed anatomica, indicata anche dal progresso intellettuale ed anche sviluppo morale, che noi spiegavamo una volta con tante altre cause diverse. Darwin vi riconobbe uno sforzo continuo, ovvero: una lotta contro le circostanze sfavorevoli, per lo sviluppo degli individui, delle razze, delle specie e delle società, tendente al massimo della pienezza, della varietà e dell’intensità di vita. Ma questa parte sarà da spunto e riflessione attraverso il prossimo l’articolo inerente proprio al Diritto all’esistenza degli Uomini.

Anche per gli animali, come negli uomini, la sociabilità è una legge della natura tanto quanto la lotta tra simili. Sarebbe senza dubbio molto difficile valutare, anche approssimativamente, l’importanza numerica relativa a queste due serie di fatti. Ma se ci appelliamo ad una testimonianza indiretta, e domandiamo alla natura: «Quali sono i più atti: coloro che sono continuamente in lotta tra loro, o coloro che si aiutano l’un l’altro?» vediamo che i più atti sono, senza dubbio, gli animali che hanno acquisito delle abitudini di consapevolezza naturale e biologica hanno maggiori probabilità di sopravvivere, in comunità fra loro, e raggiungono, nelle loro rispettive classi, il più alto sviluppo di intelligenza e di organizzazione fisica.

Ma allora: «Perchè l’uomo non considera minimamente questa oggettiva considerazione?» presi da un finto perbenismo, siamo vittime e carnefici di un mondo che stiamo distruggendo. Andiamo continuamente contro queste basilari leggi della natura, forse per comodità, forse per farsi apprezzare, forse per seguire una moda dettata da quella stessa società che sta mirando a distruggerci, ma la natura non è una realtà di facciata, ma bensì una realtà oggettiva che non soggetta a compromessi, ne a discussioni.

In un mio precedente articolo (che potrete leggere cliccando qui) evidenzio come l’uomo sia frugivoro, quindi l’intero modello di alimentazione basata sulla carne, oltre a essere dannoso per noi, crea un sistema dove viene negato il diritto all’esistenza all’animale. Stessa sorte tocca invece agli animali che sono usati come cavie per la sperimentazione animale (vi invito a leggere la mia proposta in materia cliccando qui), torturati ingiustamente quando la tecnologia e lo sviluppo umano potrebbe tranquillamente sopperire a queste violenze gratuite.

Credo che una società basata sulla violenza verso il mondo animale, non abbia futuro. Una società che non coincide con quello che è lo sviluppo naturale e biologico, verso l’ambiente oltre che verso gli animali è una società destinata a morire presto. Chi non è in linea con il mio pensiero o è in malafede o converge a sfruttare questo modello che si ripercuote a ogni livello, sociale, culturale, finanziario e politico. E non posso e non possiamo accettarlo.

Claudio Lauretti

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