🐶 La mattanza dei galgo: un orrore “Made in Europe”

🐶 La mattanza dei galgo: un orrore "Made in Europe"

🐶 La mattanza dei galgo: un orrore “Made in Europe”

Sicuramente in pochi conoscono cosa accade in Spagna, dove gli sforzi sempre concentrati contro la Corrida e quasi nessuno parla della strage silenziosa dei galgo.

I galgo e podencos sono tra i più comuni cani da caccia in regioni della Spagna quali La Mancha, Extremadura, Andalucia; allevati in decine di migliaia ogni anno per essere utilizzati da settembre a fine gennaio quale “strumento” per la cattura, rispettivamente, della lepre e del coniglio, hanno una speranza di vita mediamente di tre, cinque anni. Questi cani vengono anche allevati per farli correre in gare regolari e gare di contrabbando, anche se tale modalità riguarda più i greyhound che vivono in Gran Bretagna.

Entriamo un pò più nel dettaglio su come si svolge in media la vita di un galgo.
La selezione inizia scegliendo tutti quei cuccioli che sembrano non adatti a svolgere il compito per il quale sono stati allevati, ovvero i cani delicati, timidi, che hanno paura dei colpi di arma da fuoco, quelli troppo aggressivi che tendono a mangiare la preda una volta catturata, che in campo “si distraggono”; coloro che non rispecchiano tali parametri vengono praticamente uccisi subito o abbandonati al loro destino, morendo di stenti; quelli che si mostrano adatti alla caccia, invece, possono andare soggetti a gravi ferite durante il lavoro, subire fratture, venire colpiti da spari, perdersi e non riuscire a ritrovare la strada del ritorno e, vagando, essere investiti dalle auto. A tutto questo si deve aggiungere la mentalità, purtroppo diffusa nelle campagne più povere, secondo la quale un cane da caccia, per lavorare meglio, deve essere affamato ed essere tenuto in spazi bui e ristretti, che fa sì che molti di questi cani si ammalino per colpa della malnutrizione e dei maltrattamenti.

Discorso totalmente differente, ma analogo nella sostanza è il trattamento riservato ai grayhound da corsa, dovete sapere che nei paesi anglossasoni l’industria delle corse è un business che muove ingenti capitali e utilizza ogni anno migliaia di levrieri allevati appositamente, circa 14.000 cuccioli di greyhound nascono ogni anno per entrare nel mondo delle corse.
Ogni cucciolo ha una probabilità di vita molto breve da uno a tre anni: sopravvivono a questa selezione iniziale i soggetti idonei fisicamente, con attitudini alla corsa. Quelli non idonei o vengono uccisi “legalmente”, oppure venduti in Marocco e Cina, dove è risaputo vengano venduti anche come carne per ristoranti, per la sperimentazione o lasciati morire di fame e sete.

L’assurda usanza dell’impiccagione dei galgo spagnoli
Tornando in Spagna, immaginiamoci in un bosco nella campagna spagnola dove si potrà notare penzolare dei cappi dagli alberi. Una volta osservato il diametro del cappio si potrà comprendere che è troppo piccolo per una testa umana. Ma allora a che cosa servono quei cappi? Servono a porre il triste epilogo di una storia già drammatica di suo: uccidere i galgo. Questa usanza che consiste nel disfarsi del galgo dopo la stagione della caccia e abbandonarlo o condannarlo ad una morte lenta e agonizzante. Il galgo è il levriero spagnolo. Conosciuto anche come “figlio del vento” per la sua capacità di correre veloce sul terreno, ma anche come “cane del nulla”.

Inizialmente il galgo era utilizzato dai nobili per battute di caccia ed era considerato un onore possederne uno.
Con l’arrivo però del Greyhound Irlandese (più potente e resistente), il galgo venne poi utilizzato dalla parte più umile del popolo. Questo cane era un aiuto inestimabile per il proprietario, in quanto ai quei tempi gli uomini cacciavano per sfamarsi. Per questa ragione possedere queste levriero significava socialmente che nella propria casa non si soffriva la fame. Quando il galgo non serviva più per la caccia, il padrone non aveva altra soluzione che sacrificarlo, visto che non aveva le possibilità economiche di mantenerlo. Non avendo fucili, perché riservati alle persone ricche, l’impiccagione divenne il modo più utilizzato perché non comportava spese. Per questo motivo, l’impiccagione dei galgo in Spagna è una pratica molto antica. Nata per necessità economiche ora prosegue per puro sadismo.
Gli esemplari più fortunati sono abbandonati o lasciati nelle “perreras” i canili spagnoli.

Ogni anno sono circa 70.000 i cani che subiscono questa sorte, di cui 20.000 (anche se presumibilmente i dati sono molto a ribasso) vengono uccisi direttamente, i restanti 50.000 tra galgos e podencos randagi in gravi condizioni fisiche perché feriti, malati, affamati, presi di mira da persone che non li vogliono vicino a casa.
Claudio Lauretti

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