(immagine via Google)
L’insostenibile leggerezza dell’essere è il titolo del film tratto dal romanzo di Milan Kundera, tuttavia prendo solo il titolo per sottolineare soltanto, per l’appunto la leggerezza dell’essere, di noi esseri evoluti e cosiddetti pensanti e intelligenti.
Partiamo da un concetto base, che è dato per scontato che l’uomo è evoluto, intelligente e in grado di elaborare pensieri e ragionamenti, quindi di comunicare con i suoi simili e anche se non totalmente anche con altri esseri, ora l’evoluzione da uno stato primitivo quale poteva essere millenni fa, ci porta fino ad oggi con tutto il contorno di quel che abbiamo, una grande evoluzione quindi, ma non completa, né sostenibile e contraddittoria a mio avviso, vediamo in sentesi il perché elaborato dal mio seppur poco intelletto.
Potrei continuare ma credo sia chiaro il concetto, millenni fa l’essere non aveva nulla, a malapena comunicava a versi e gesta, era poco più di un primate, ma mai avrebbe fatto qualcosa che sarebbe andato contro se stesso o i suoi simili, non ne aveva appunto le capacità, era povero materialmente e intellettualmente, ma questo gli impediva di nuocere a se stesso e agli altri, ora possiamo dire di essere evoluti quando compriamo un prodotto al supermercato invece di andare in un bosco a mangiar bacche ed erbe, quando il supermercato ci rifila tanta chimica e immondizia dannosa per il nostro organismo, si tratta di evoluzione?
Abbiamo questo dono che è l’intelletto e la possibilità di creare e manipolare, ma spesso ci dimentichiamo di usarlo, mentre basterebbe pochissimo per rendersene conto e sfruttarlo per meglio vivere tutti, si può dimostrare di avere intelletto anche da piccole cose mettendo da parte i nostri piccoli e miseri egoismi, ma non succede mai purtroppo.
Se questa è evoluzione, allora è capovolta e preferirei non ca….., come fa un primate … uh, uh uh!
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