Margherita era vegetariana, perché tu no?

Margherita era vegetariana, perché tu no?
(immagine via Google)

Margherita era vegetariana, perché tu no?

Margherita Hack non ha mai mangiato carne. Ha vissuto da veg sin dall’infanzia e non ha mai nascosto la sua etica alimentare e di vita. La famosa astrofisica infatti è stata importante non solo per la sua attività scientifica, ma anche per il suo attivismo sociale in difesa dei diritti degli animali. Il vegetarianismo per la Hack non si è nemmeno posto come scelta: per lei era l’unica strada possibile da intraprendere.

Nel suo libro ‘Perché sono vegetariana’, la Hack passa in rassegna la sua vita e punta il dito contro lo stile di vita occidentale opulento e carnivoro, verso cui anche i Paesi emergenti vanno o andranno allineandosi.
Mangiare carne viene purtroppo inteso come sintomo e simbolo di benessere e ricchezza.

Qui di seguito alcune citazioni tratte dal libro dell’animalista Hack: in primis una considerazione generale sul gap tra ricchi e poveri, poi una sensazione personale sul perché la carne non è inclusa nel suo piano nutrivo e infine un appello a chi la carne ancora la mangia per indurre un confronto con la propria coscienza.

#unaconsiderazione

L’alimentazione carnivora è in gran parte responsabile della fame che affligge ancora tante popolazioni dei paesi eufemisticamente detti “in via di sviluppo”.
[Margherita Hack]

Dati alla mano, la produzione di carne comporta un dispendio d’acqua inverosimile – si parla di 15.000 litri per ottenerne un chilo – e il mantenimento degli animali d’allevamento richiede quantità di cibo elevatissime, cibo che potrebbe sfamare le popolazioni che ora soffrono la fame.

Ne consegue che ridurre il consumo di carne fino ad eliminarlo comporterebbe un incremento esponenziale della quantità di acqua potabile a disposizione delle popolazioni mondiali, il che darebbe parziale sollievo al problema delle deperibilità dell’acqua, vero cancro del nostro tempo. Inoltre il foraggio destinato agli animali verrebbe sdoganato dalla filiera dell’allevamento intensivo di bestiame e potrebbe costituire, trattandosi soprattutto di cereali, cibo per chi oggi non ne ha.

#unasensazione

“La carne mi ripugna, non tanto per l’odore, ma per il pensare da dove viene, quali sofferenze ha sopportato l’essere vivente, un mammifero come me, a cui apparteneva.”
[Margherita Hack]

Chi mangia carne si rende conto di introdurre cadaveri nel proprio corpo? Aldilà dell’aspetto prettamente nutritivo e salutistico, il disgusto che la Hack prova nei confronti della carne va oltre l’impatto dei sensi, olfatto e vista in particolar modo. Ciò che sconvolge l’astrofisica è sapere che a diventare cibo è un altro essere vivente: è crudele ridurre a bistecca per proprio diletto culinario ciò in cui è presente vita a tutti gli effetti. Mangiare dovrebbe essere uno dei piaceri della vita, così recita il detto, ma puoi riuscirci se non ti senti a posto con la coscienza?

#unappello

“Tu che ami la vita, il bene, la libertà, la giustizia, tu che speri in un mondo migliore senza più violenza, senza più dolore, come puoi nutrirti di animali e non inorridire nell’affondare i tuoi denti in quelle carni pregne di dolore? Come puoi considerare legittimo mangiare la gamba, il fegato o il cervello di una creatura simile a te che non chiede nulla se non di avere il suo umile pasto e la sua libertà? Come puoi accettare di buon grado l’idea che una creatura mite e possente come un cavallo, un bue, un vitello venga crudelmente allevato al solo scopo di essere ucciso, per te?”
[Margherita Hack]

Già, come puoi?

Con questo appello, la Hack lancia un implicito anatema contro l’aberrazione tutta umana dei macelli e la redditizia politica degli allevamenti intensivi, non dimenticando certo di sferzare l’ipocrisia di chi si erge a paladino della giustizia e delle stereotipata ‘pace nel mondo’.

Urge coerenza e si può cominciare solo a livello individuale perché solo nel confronto morale con se stessi si può trovare la forza di seguire con impegno le proprie scelte.

La scelta vegetariana è una scelta etica prima che alimentare.

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