😺 Toxoplasmosi? Il gatto non è colpevole

Toxoplasmosi? Il gatto non è colpevole

😺 Toxoplasmosi? Il gatto non è colpevole

Sfatiamo il grande mito: se una donna è incinta non ha bisogno di allontanare i gatti di casa, bastano pochi accorgimenti per restare al riparo dalla toxoplasmosi.

Iniziamo comunque a fare chiarezza e comprendere cosa sia davvero questa malattia: essa è in gravidanza una tra le malattie più temute, per la minaccia che rappresenta per il feto e perché non esiste un vaccino in grado di contrastarla. Non tutti però sanno che la toxoplasmosi è in realtà un’infezione asintomatica causata dal Toxoplasma gondii, un protozoo che non dà segnali evidenti della sua presenza ed è molto diffusa sia tra gli animali (specialmente gatti) che per la specie umana. Per questo motivo è molto difficile accorgersi di avere i sintomi della toxoplasmosi.
La persona che contrae la malattia, infatti, non si accorge di quello che le sta accadendo o al massimo avverte qualche linea di febbre, un po’ di stanchezza e l’ingrossamento dei linfonodi che si trovano alla base del cranio; tutti sintomi facilmente scambiabili con altre patologie.

Tornado alla questione principale che ogni donna/ futura mamma si chiede, ovvero se deve o meno allontanare il proprio felino durante la gestazione per evitare la malattia, rispondo dicendo che non è necessario poiché è assai improbabile la contrazione di quest’ultima.

Toxoplasmosi? Il gatto non è colpevole

Di seguito ecco alcuni punti fondamentali da tenere a mente:

  1. Il felino dovrebbe ad esempio aver mangiato carne cruda (uccelli o piccoli roditori) che a sua volta contenevano il parassita. Anche in questo caso, comunque, il “gatto portatore” espelle le cisti del protozoo solo per un paio di settimane nell’arco dell’intera vita, e attraverso le feci. Perché le cisti si attivino, divenendo così pericolose, è inoltre necessario che rimangano esposte all’aria per almeno 24 ore, per poi finire a contatto diretto con la bocca o con le mucose della mamma in attesa.
  2. Le più elementari norme igieniche sono sufficienti per ridurre praticamente a zero il rischio di contagio.
  3. Pulire la lettiera almeno una volta al giorno, possibilmente usando guanti e mascherina monouso, e lavarsi accuratamente le mani una volta conclusa l’operazione. Oppure affidare la pulizia di quest’ultima a qualcun’altro, durante le settimane che precedono la gravidanza.
  4. Per le future mamme più scrupolose è possibile sottoporre in primis se stesse all’esame del toxo-test, per verificare se si è a rischio, in secondo anche il nostro micio può essere sottoposto a specifiche analisi del sangue, che escludano definitivamente che l’animale sia portatore del parassita.
  5. Se accudite anche gatti di strada, occorre qualche precauzione in più, ma le raccomandazioni importanti sono quelle citate finora.
  6. Ultimo punto, ma non per questo meno importante, riguarda l’alimentazione: è bene ricordarsi di lavare accuratamente frutta e verdure crude prima di consumarle. Tra i metodi più naturali per igienizzare troviamo l’aceto, il bicarbonato, il limone, il tea tree oil e ovviamente Il semplice lavaggio con acqua fredda. Per chi invece segue un’alimentazione onnivora è assolutamente sconsigliato il consumo di carne cruda.

Toxoplasmosi? Il gatto non è colpevole

Il gatto, come tutti gli animali, è meraviglioso, vi ha scelto come suo compagno di vita quindi non abbiate timore e godetevi in pace e serenità i nove mesi più belli della vostra vita con accanto il vostro micione.

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