Xylella gate, un disastroso scandalo?

Xylella gate, un disastroso scandalo?

Xylella gate, un disastroso scandalo?

Sulla questione xylella ho voluto vederci più chiaro, anche perché ogni anno ho a che fare con poco più di duecento piante di ulivo, qui nel viterbese.

Quindi metto insieme le informazioni che ho raccolto guardando tanti video e leggendo articoli scritti dalle varie parti.

Intanto l’Europa ha recepito alcuni suggerimenti della regione Puglia per contenere la diffusione del batterio, e la principale è proprio l’abbattimento delle piante che presentano la presenza dello stesso!
Quindi l”Europa ha emanato l’ordinanza di abbattimento, il tutto mentre la regione Puglia gli punta il dito addosso per far credere che i cattivi sono loro.

Ma l’Europa non deve più pagare i contributi ai coltivatori se non ci sono più piante, quindi una volta avviata la pratica è chiaro che ha tutto l’interesse a portarla avanti.

Tutto sembra cominciare nel periodo 2008-2010. Nel 2010 un professore americano, Almeida, parla di pericolo xylella sugli ulivi. Questo professore studia la xylella in California su viti e agrumi, loro ce l’hanno da più di 100 anni, ma non sugli ulivi. Allora la regione Puglia convoca una conferenza stampa con Almeida e l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Nardoni, questi parlano di xylella alle porte e scoppia il caso.

C’è’ stato un essiccamento di piante, ma per gli agricoltori accade da sempre che gli ulivi si secchino se non curati con la potatura, molte piante sono lasciate a se stesse perché le spese sono troppo alte rispetto al guadagno e i soldi dall’Europa arrivano anche se non produci olio, per il semplice fatto di possedere le piante.

Allora in molti le hanno lasciate stare e non hanno colto le olive. Se poi aggiungi anche la concorrenza dell’olio a basso prezzo che arriva dalla Spagna e oggi anche dalla Tunisia…
Certo che però se firmi il documento di buona pratica, in cui ti impegni a gestire nella giusta maniera la coltura e produrre olio per avere i soldi comunitari, un minimo lo devi fare.

La Commissione agricoltura disse che forse l’allarme non era reale, anche perché dato da una sola persona, e suggerì di affiancare un altro esperto, il prof. Krugner del Final & Interim Research Reports della California Olive Committee. Poi disse che non si era notato nessun fenomeno di disseccamento negli ulivi in cui era stato inoculato il batterio.

Inoltre la Commissione attribuisce l’essiccamento rapido degli ulivi all’uso di massiccio di pesticidi, tra cui il Roundup della Monsanto, che distruggono completamente la sostanza organica nel terreno.
C’è chi ha praticamente risuscitato le sue piante essiccate arricchendo il terreno con sostanza organica.
Nelle piantagioni bio si sono notati modestissimi fenomeni di essiccamento rapido.

Adesso xylella fa più paura di zika, per la quale 125 scienziati hanno chiesto di rinviare le olimpiadi per scongiurare un’epidemia.

Ora con le disposizioni europee, in Puglia gli agricoltori dovrebbero di fatto abbandonare la produzione di olio e dedicarsi a qualcos’altro, infatti si dispone che:

  • Sono imposte la potatura, trinciatura, aratura e due interventi insetticidi con fitofarmaci su ogni albero. Quindi chi ha le certificazione bio, può anche dargli fuoco
  • Tutti gli interventi sono a carico dei proprietari dei terreni
  • Se non vengono eseguiti si può ricevere la lettera di messa in mora e poi ci pensa la regionale Arif
  • Espianto di tutte le piante entro 100m da quella infetta
  • 150 vivai esistenti non potranno esportare piante in nessuna parte d’Europa

Leggo anche che il batterio può infettare una gran quantità di piante, ciliegi, mandorli viti…, se viene trovato anche su questi che fai butti giù tutto?

Intanto il Procuratore di Lecce, si è messo ad indagare i vari scienziati e tecnici che sono a favore dell’abbattimento delle piante, tra cui 2 ricercatori del CNR, perché non esiste nessuna prova che sia xylella a far seccare gli ulivi e molte piante secche non la contenevano, mentre altre infette non si sono seccate.

Chi è a favore dell’abbattimento dice chiaramente che non si sa cosa fare e al momento l’unica soluzione è questa. Si sono messi a trattare con l’Europa la distanza di abbattimento dalla pianta infetta, prima 200 metri poi 100, come se cambiasse qualcosa. Un insetto che trasporta l’infezione, ti può arrivare anche a chilometri di distanza.
Da Lecce il batterio è salita nel brindisino, trasportato da qualche automezzo e non certo dagli insetti.

Ma da dove arriva xylella? Dall’America, è stato trovato anche nel caffè che arriva da Costarica e Honduras; allora perché non si ‘abbattono’ le importazioni di piante, come l’oleandro, che arrivano da oltre oceano.
Se continuano le importazioni, inevitabilmente verranno contagiate altre regioni di Italia. E non dovrebbe essere già successo?

Che senso ha abbattere gli ulivi se poi non fermi la causa che ha portato qui il batterio.

Non c’è uno studio che affermi con certezza che xylella faccia seccare le piante, solo il CNR dice che l’essiccamento di massa nel leccese è dovuto all’azione combinata di un parassita che scava gallerie dentro il tronco e fa entrare xylella in profondità.

Viene da chiedersi, chi ci guadagna da questo disastro? Ci sarebbe Monsanto che sviluppa sementi transgeniche resistenti alla xylella, attraverso una società chiamata Allelyx, anagramma di xylella. Monsanto ha già interessi in Puglia per i semi di pomodoro modificati geneticamente. A pensar male può accadere che ci pigli.

Qui c’è molto da studiare per avere un’idea completa di quello che sta accadendo, la soluzione non è certo buttare giù tutto.

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